Per la nostra rubrica “UniPegasoMessina – Opinioni” Giuseppe Ferrara ci racconta come sia possibile studiare e lavorare contemporaneamente.
Una domanda che molti giovani si pongono dopo il diploma delle scuole superiori è se sia possibile lavorare e studiare contemporaneamente.
Il primo approccio universitario è la laurea di I livello, del canonico percorso 3+2, se non si sceglie un percorso a ciclo unico. Alcune professioni, infatti, si possono esercitare solo con il triennio, senza la laurea di II livello, come nel caso di un coach, personal trainer o specialista ed esperto del movimento umano, iniziando così la carriera professionale. Altre, invece, necessitano del ciclo di studi completo. Resta fermo che, sicuramente, lo scenario lavorativo odierno richiede sempre più conoscenze e competenze specifiche.
Giuseppe ha 27 anni, vive a Messina ed è laureato in Scienze Motorie (L-22),presso un Ateneo stanziale. Rappresenta quella categoria di lavoratori-studenti che hanno deciso di dare una marcia in più al proprio bagaglio culturale e professionale e pur essendo chinesiologo, presso il suo studio, ha investito per il suo futuro decidendo di concludere gli studi.
La professione, infatti, non deve essere un limite alla conoscenza, semmai un continuo stimolo all’apprendimento.
Ma è possibile conciliare passione e “dovere”?
Sì, Giuseppe lavora e studia!
Il Dottore Ferrara esercita la professione e frequenta “Scienze e tecniche delle attività motorie preventive e adattate” (Classe LM-67), dell’Università Telematica San Raffaele di Roma, presso la sede di Messina.
Scopriamo insieme come si può studiare, lavorare e avere tempo per sé.
Ciao Giuseppe, raccontaci cosa ti ha motivato nella scelta di questo Ateneo piuttosto che un altro per concludere il tuo percorso di studi dopo la triennale.
Ho scelto di iscrivermi in questa università perché mi da la possibilità di non rinunciare al lavoro. Durante il mio percorso della triennale lavoravo e dire che è stato complicatissimo è riduttivo, essere presente alle lezioni, studiare conciliando gli altri impegni non era affatto semplice. In San Raffaele, invece, ho la possibilità di seguire le lezioni quando voglio, riuscendo così a gestire al meglio gli impegni di lavoro, studio e svago.
Ti sei laureato presso un Ateneo stanziale. Come è stato l’approccio al nuovo metodo didattico dell’Ateneo Digitale?
Mi sono trovato bene, come detto precedentemente, per quanto impegnativa, ho solo feedback positivi e non ho avuto difficoltà ad abituarmi al nuovo metodo didattico avendo a disposizione la piattaforma personale molto intuitiva.
Hai avuto difficoltà o trovi che questa metodologia sia utile per chi come te lavora?
Trovo che questa metodologia sia ottimale per gli studenti lavoratori perché ti consente di gestire le giornate al meglio.
Raccontaci la tua giornata “tipo”! Riesci a conciliare studio e lavoro o ti ritagli delle giornate per dedicarti allo studio?
Lavoro principalmente tutti i pomeriggi quindi dedico la mattina e qualche ora la sera per studiare. Se capita che ho appuntamenti di mattinata riorganizzo la giornata in base agli impegni ma tutto ciò è possibile solo grazie alla flessibilità nel poter visionare le videolezioni.
Hai trovato beneficio nel non avere obbligo di orario per le videolezioni?
Si può dire che ho trovato solo benefici con questa metodologia, dovrebbe essere così pure nelle università pubbliche, poiché si ha la possibilità di pianificare impegni, professionali e privati, in base alle proprie esigenze senza doverlo fare in funzione di impegni universitari. Secondo me il non rinunciare a un proprio upskilling mentre si svolge la professione è un grosso vantaggio.
Il materiale didattico – videolezioni, dispense e test di autovalutazione – è esaustivo? Ritieni che i test di autovalutazione siano uno strumento valido per l’esame?
I test di autovalutazione secondo me sono molto utili col fine di ripassare la lezione. Le videolezioni sono ben strutturate ma potrebbero essere gestite meglio. Dalla mia esperienza, solo un professore le ha organizzate nel miglior modo. La maggior parte delle altre materie, studiate finora, per il 90% è strutturata con delle lezioni che durano 30/40 minuti, secondo me non va bene troppo tempo al pc, la soglia dell’attenzione cala e sei obbligato a seguirla nuovamente. Come appena detto, un docente, invece, ha strutturato le videolezioni diminuendone la durata e aumentandole nel numero; quindi, più videolezioni ma con durata di 10/15 minuti in media. Ho seguito tutto con più attenzione e non ho dovuto riguardare i video più volte.
Ti hanno mai chiesto il perché della tua scelta nell’iscriverti presso un Ateneo Digitale? Se non ti hanno mai posto questa domanda, cosa risponderesti?
Consiglio l’università digitale per chi come me decide di iniziare a fare esperienza lavorativa sul campo senza dover abbandonare gli studi. L’università italiana, a dispetto di quelle estere, è molto teorica e poco pratica. Studiare “20 anni”, consente sicuramente di acquisire grande conoscenza ma poter mettere in pratica “per tempo” ciò che si è appreso negli anni universitari e poterlo sperimentare, è una grande opportunità. Gli atenei digitali ti danno la possibilità di studiare la teoria e nel contempo di iniziare a fare pratica.
Giuseppe ti ringraziamo per averci dedicato il tuo tempo, la tua opinione, facendo emergere tematiche di riflessione, e ti facciamo un grande in bocca al lupo per il tuo futuro!